Insonne, cerco una risposta che non esiste nei pixel dello schermo mentre accumulo le spoglie della mia vita nel posacenere. Dove sono il cavallo e il cavaliere? Perduti nella tempesta del deserto che impazza nel mio cuore sfigurato, senza un Re e senza una terra da render fertile, lontano da casa.
Il soldato non tornerà alla sua famiglia, la freccia non verrà ritrovata nella foresta, il cerchio non si chiuderà perché si è ingannato lungo la strada. Al cospetto delle mie vestali ho celebrato le esequie, i fiori sono appassiti nei loro cesti dorati, le parole scolpite sulla lapide resistono al tempo indifferenti – ma il dolore rimane vivo, sotto la cenere dell’ara votiva, covando segreti di speranza.
Ho osservato la mia forza diventare la mia debolezza, la mia debolezza risorgere a nuova forza. Nessuno può togliermi questa corona.
Quando la speranza del fare si arrende e quella del desiderare rovina su se stessa, rimane solo il nudo fantasma dell’ossessione, che sbrana se stessa in eterno. C’è un tempo limite in cui puoi sopportare la rovina, un tempo entro il quale devi soccombere o sarai costretto, tuo malgrado, a risorgere. Accettare l’inaccettabile, farlo tuo e divorarlo, perché non sia lui a divorare te.
È così che il dolore getta il seme della felicità: confondendo la vergogna con la passione, la menzogna con la verità, ciò che è iniquo con ciò che lo è, ciò che è sporco con ciò che è puro, ciò che muore con ciò che nasce – a nuova vita.
Stefano Re © Settembre 2009
Leggere parole come queste, è sempre qualcosa che mi fa sentire come una povera idiota che prova a scrivere senza esserne capace.
Era da tempo che non avevo l’occasione di leggere qualcosa che mi facesse perdere il filo, il senso di quello che c’è scritto; qualcosa che mi facesse letteralmente perdere nello stupore per la scelta delle parole.
È il primo blog che commento su WordPress, e lo faccio per complimentarmi con l’autore.
“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”
Sko, sei il solito fottuto genio 🙂