Oggi mi sono svegliato con la paranoia e ho deciso che un giorno ogni tanto se lo merita per cui la coltivo.
Oggi penso che stiate tutti mentendomi. Molti di voi nemmeno esistono, fingete. E se esistete non fate quel che dite di fare. (omissis) non è una agente letteraria, è un camionista bulgaro di 34 anni, amico d’infanzia di Herbert Ballerina. (omissis) è un gay represso che si è inventato un personaggio femminile nevrotico per vivere le perversioni della sua anima nascosta ma ormai ne è prigioniero. (omissis) è davvero una donna, ma i suoi capelli non sono tinti come sembrano, sono biondi naturali decolorati e poi ritinti per suscitare scalpore. (omissis) non è un simpatico buttafuori bolognese, è un paraplegico dotato di poteri telecinetici che indaga da anni sulla sparizione di Emanuela Orlandi e mi ritiene – giustamente – implicato nel caso. (omissis) non è un produttore cinematografico interessato ai miei libri, è un nano sordomuto segretamente innamorato della mia vicina di casa ed è a lei che vuole arrivare corteggiando me.
La mia ragazza in realtà è mia nonna.
E io in effetti sono un clone di Hitler malriuscito e rimasto in magazzino per tanto tempo, recuperato dalla CIA e dal vaticano e rimesso in funzione per scoprire i segreti delle teorie genetiche del Terzo Reich in un esperimento controllato. I miei genitori lo sapevano, erano al soldo del KGB però, e passavano informazioni a loro sottobanco. Quando li hanno scoperti li hanno fatti rapire da agenti israeliani per una settimana (altro che crociera a Malta, nel ‘95) e li hanno riprogrammati usando le tecniche apprese dagli alieni catturati nell’area 51. Ecco perché mio padre da allora scuote sempre il contenitore del sale quando siede a tavola. Mio fratello, il Drugo, non vive davvero in Brasile: è sotto processo a Bagdad per la sua collaborazione col Mullah Omar. Il Brasile in realtà è stato devastato da esperimenti con armi batteriologiche ventitré anni fa e da allora ospita soltanto insetti luminescenti.
Inutile mentire ancora, vi ho beccato.
Uno dei miei gatti è una proiezione olografica, l’altro in realtà è Stanislao Moulinsky.
Ma non mi fregate più: ormai ho visto la luce.