Ecco, qui si va davvero sul filosofico, il che comunque mi attizza assai: che cos’è l’uomo se non un risultato della natura? La nostra autocoscienza, non è un semplice comportamento emergente del trufolare e ingarbugliarsi di atomi e poi cellule e poi organi? Ora, l’autocoscienza ce la abbiamo, evviva. Possiamo dirci, mica l’ho chiesto io! e mollare le redini, oppure possiamo dirci: chissenefrega se sono qui perché mi ha creato a sua immagine eccetera un barbuto pelandrone che fa il misterioso o se son qui perché il caos e l’autorganizzazione meccanica o se son qui perché prima ero altrove e mi son detto dai, facciamoci stò giro: SON QUI, e di qui parto.
Prendendomi TUTTE le responsabilità del mio esser qui, incluse le mie reazioni istintuali che provengono dalla mia memoria genetica – MIA, nel momento in cui la attuo, NON della razza umana – NON di chi l’ha creata – della natura – del caos.
MIA.
Ed è qui che, come disse l’uomo senza troppa memoria, occorre esclamare: “a che punto eravamo rimasti?”