La perversione consiste nel cercare di annegare il dolore, che è alla base di ogni processo evolutivo, con una marea di analgesici. Gli oggetti sono analgesici. Il possesso stesso è un analgesico. Il consumatore preferisce arrivare allo scambio di guida tra se stesso e l’oggetto che affrontare l’inconsistenza del suo bisogno, perché accorgersi che non ti serve né una macchina né un televisore né una carriera implica scoprire che non hai davvero bisogno di andare da nessuna parte, non hai davvero bisogno di vedere e sentire sconosciuti che pensano al posto tuo sui casi del mondo, non hai davvero bisogno di un riconoscimento sociale per esistere.
Ti toccherebbe domandarti dove cazzo vuoi davvero andare. Che cosa vuoi davvero vedere o ascoltare. Che cosa davvero ti attua.
E questo, fa male.
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