Non sono un economista, grazie al cielo, e non posso né voglio entrare nella dialettica specialistica, ma vedo con molto interesse l’idea di testare un ritorno alla sovranità monetaria.
Le mie ragioni sono più “esistenziali” che meramente funzionali: il danaro non esiste. Lo abbiamo creato per facilitare gli scambi e migliorarci la vita.
Nel tempo, attorno a questo concetto teorico si è strutturato un vero e proprio Leviatano che vede nelle Banche Centrali dei guardiani dell’ortodossia e nei gruppi finanziari internazionali dei burattinai, mentre l’individuo medio da un lato non capisce più nulla di queste dinamiche (da dove arriva il danaro? Di chi è? Perché ha un costo? Chi lo paga? Il debito pubblico va ripagato? E a chi?) e dall’altro si ritrova misurato dal danaro stesso in ogni sua espressione: misuriamo in danaro quanto valiamo, quanto siamo realizzati, quanto ci divertiamo, quanto siamo sereni, persino quanto amiamo qualcun altro.
In sostanza, esistiamo secondo un metro di cui ci sfugge ormai sia la natura che la gestione. Credo sia evidente anche al più idiota dei profani che qui il problema è esistenziale: siamo diventati schiavi di uno strumento nato per servirci.
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Intervista a Stefano Re su www.weltanschauung.it
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