1 caso su un milione
è l’incidenza di rischio stimata nel 1994 per il morbo denominato malattia di Creutzfeld-Jacob, più noto come “morbo della mucca pazza”. Nel 1994 negli Stati Uniti ci contavano 103 casi di epatite A su un milione (1). L’epatite C colpisce circa 200 milioni di persone nel mondo, di cui 4 milioni negli Usa e un milione e mezzo in Italia (3), provocando solo in Italia circa 10mila decessi all’anno (4). Eppure mentre la “mucca pazza” ha provocato polemiche internazionali e condotto milioni di persone a cambiare le proprie abitudini domestiche per un quinquennio, il rischio epatite non suscita alcuna pubblica ansietà. Una mucca che traballa come ubriaca è un messaggio visivo di grande impatto, che ha tenuto banco per mesi e mesi, offrendoci uno spauracchio da paventare ed una occasione di riconoscerci competenti nelle scelte di consumo. Il miraggio della sicurezza: sono i media a decidere di che cosa dobbiamo avere paura, in base alla appetibilità di un nome o alla disponibilità di immagini efficaci da mostrare in televisione. Oggi è il turno dell’aviaria, con buona pace dell’epatite. Vale anche per i virus: se non fai notizia, non esisti.
(1) Geriatrix Review Syllabus – a core curriculum in geriatric medicine, John C. Beck, Ed Masson, 1994
(2) Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP). Protection against viral hepatitis. MMWR 1990;39:1-26.
(3) ANSA 14 MAR 2005
(4) Ivan Gardini, Presidente Associazione EpaC Onlus
Repubblica, settembre 2005
0 Responses to “A proposito di mucche pazze”